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INTERVISTA A MONS. DARIO EDOARDO VIGANO’

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viganòUn progetto senza precedenti in occasione di un evento altrettanto unico. Merito indiscusso di un piccolo team che costituisce il braccio televisivo dello Stato più piccolo del mondo. Stiamo parlando del Centro Televisivo Vaticano, guidato da mons. Dario Edoardo Viganò.

Ecco l’intervista di SatCafé

Cosa rappresenta tutto questo per il CTV?

“La tappa di un percorso di costante innovazione. Il CTV non è una televisione ma un centro di produzione che ha come compito istituzionale la documentazione in esclusiva delle attività del Papa: produrre per rendere poi fruibili tali immagini ai broadcaster di tutto il mondo che peraltro ci sollecitano continuamente a stare al passo coi tempi dal punto di vista tecnologico per non escludere, ad esempio, milioni di spettatori delle zone più tecnologicamente avanzate. Ed è per questo che abbiamo completato la transizione del flusso produttivo in HD rinnovando la Master Control Room e adottando strumenti per l’archiviazione come il Media Backbone Conductor di Sony”.

A fronte del 27 aprile che tipo di reazione hanno avuto gli addetti ai lavori?

“Di grande attenzione al modello produttivo. E’ stata una novità, fondata sulla cooperazione con diversi partners tecnologici, sulla scia delle indicazioni sul valore della collaborazione che il Papa 30esimo anniversario del CTV. La nota positiva è la condivisione del progetto con la tutela, da parte della Santa Sede, della regia di tutte e tre le produzioni: HD, 3D e Full HD”.

Questo team tornerà a ricostituirsi?

“Considero questo esperimento una sorta di prova generale per ulteriori eventi di reale portata mondiale come ad esempio le celebrazioni del Natale o della Pasqua. La cosa che mi piace sottolineare ancora è la sensibilità dei partners i quali hanno accolto la sfida, ponendo al centro la nostra piccola struttura composta da poco più di una ventina di persone che si distinguono, oltre che per la professionalità, per lo stile collaborativo e di servizio alla Chiesa e al Papa”.

Cosa pensi della curiosità suscitata dalla massiccia mobilitazione di risorse spaziali?

“Facciamo il paragone con Sochi: per le Olimpiadi erano tre o quattro i satelliti messi in campo. Il 27 aprile ce n’erano ben nove. Grazie all’apporto di Eutelsat, abbiamo permesso la condivisione di questo momento in qualsiasi parte della terra. Non dimentichiamo che la nostra tensione è proprio quella di “illuminare” ogni fazzoletto della terra perché, ci fosse anche una sola piccola comunità cristiana, possa sentirsi in comunione con il Papa”.

Il Papa in diretta via satellite in 3D in tutto il mondo su Sky e nei cinema. Com’è andata?

“L’obiettivo era di consentire una partecipazione immersiva a quanti non potevano essere presenti fisicamente. E sia i risultati d’ascolto su Sky sia le altre reazioni sul fronte cinema confermano che tutto è andato enormemente bene. Insomma, gli spettatori si sono sentiti proiettati dentro la celebrazione, quindi possiamo parlare davvero di una grande opportunità grazie all’impegno di tutti e in particolare di Sky”.

Come verrà trattata la registrazione in Ultra HD dell’evento?

“E’ una ripresa a 50 fotogrammi al secondo, cioè un documento di straordinaria qualità che custodiamo nei nostri archivi e che vogliamo consegnare alla storia. Nell’ambito della condivisione del progetto abbiamo deciso subito di destinarla anche ai canali sperimentali in Ultra HD di Eutelsat che puntano molto sulla qualità. Ci sono arrivate già molte richieste sul suo utilizzo. Ma di questo, come sempre nello stile della condivisione, ne parleremo ancora a lungo”.

Qual è il significato della copertura globale in HD della Canonizzazione?

“C’è stata una vera e propria mondovisione in HD. Anzi, direi in HD ‘plus’ perché i segnali trasmessi, ad opera di Globecast ed Eutelsat, hanno ‘stressato’ più di altre volte i parametri qualitativi. Sebbene si parli spesso dell’HD come di qualcosa ‘tradizionale’ rispetto all’HD e del 3D, questo è un risultato da non sottovalutare. Per esempio vuol dire anche che non è più pensabile, nell’ottica del servizio alle comunità sparse nel mondo, che ci siano posizioni di rendita indipendentemente dalla capacità tecnologica e dall’accoglimento dell’esigenza che la regia del programm internazionale degli eventi vaticani sia di competenza del CTV”.

In conclusione una curiosità: Papa Francesco è al corrente di tutto questo?

“Il Papa è impegnato in una grande riformadella Curia romana e dunque ha priorità che lo portano a non avere tempo per la Tv. Ma non significa che non colga l’importanza di ciò che è successo il 27 aprile. Del resto una persona non deve fare tutto ma deve compiere al meglio ciò che è chiamato a fare. E in questo caso, lui, che è stato chiamato da Dio, ha un’urgenza prioritaria: rendere la Chiesa, una Chiesa povera e per i poveri. Insomma la Chiesa di Gesù”.

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