A partire dal 1930, con la nascita dei servizi pubblici di radio e televisione in Europa, si assiste alla costruzione di trasmettitori di onde elettromagnetiche che avrebbero dovuto coprire vaste regioni pianeggianti e mettere in comunicazione valli isolate o isole piuttosto lontane. Tuttavia, molte regioni di montagna, in prossimità di zone di confine o a bassa densità di popolazione non hanno mai avuto una copertura per questi servizi. Fino agli anni Settanta i programmi dei broadcaster stranieri erano spediti oltreoceano per via aerea tramite videocassette. Non c’era quindi alcuna copertura in diretta di eventi di importanza globale e non esistevano nemmeno servizi televisivi a bordo delle navi. I satelliti geostazionari hanno abbattuto tutte queste barriere ed hanno permesso una copertura universale non solo della trasmissione televisiva ma anche di tutti i nuovi servizi digitali a larga banda.
Grazie alla sua potenza un satellite può diffondere simultaneamente, in una stessa regione, centinaia di canali televisivi, radiofonici e servizi per la trasmissione dati. Può inviare il segnale direttamente agli utenti, oppure alle antenne di distribuzione delle reti via cavo, della Televisione Digitale Terrestre e della telefonia mobile. Il segnale che arriva dal cielo può essere ricevuto da antenne a terra, da navi in mare o da aerei in volo. Per numerose comunità espatriate in tutto il mondo, il satellite costituisce un legame privilegiato con il loro paese d’origine.