Quanto inquina un satellite?
Il consumo energetico del satellite nel suo ciclo di vita, che mediamente è superiore a 15 anni, è simile a quello di una normale autovettura. Il problema è semmai nella fase di lancio, quando si azionano i vettori che necessitano di molta potenza per portare il satellite fuori dall’atmosfera. Una volta raggiunto i 36mila chilometri d’altezza i consumi e le emissioni sono minimi. Infatti a partire da questo momento, entrano in uso i pannelli solari che alimentano la parte elettronica.
Che fine fanno i satelliti che smettono di funzionare?
Vengono attratti in alcune aree a grande concentrazione elettromagnetica, che si trovano in corrispondenza dell’Oceano Atlantico e del Pacifico. Man mano che il satellite perde quota, entrando nella stratosfera, si disintegra completamente prima di arrivare in mare.
Cosa dire dei frammenti ‘spaziali’ che a volte minacciano le città?
Quelli non sono satelliti geostazionari ma satelliti in orbita polare. I primi, che sono utilizzati per le telecomunicazioni, hanno una posizione orbitale statica rispetto alla terra, quindi girano assieme al pianeta. Gli altri, invece, che sono utilizzati nel campo militare, per il GPS o per le rilevazioni meteo, girano in orbita polare, sono molto più piccoli, si muovono a velocità sostenuta e a distanza inferiore dal suolo. In fase di autodistruzione devono essere guidati attentamente: se il controllo non è perfetto è possibile che il satellite entri nella stratosfera con una velocità superiore rispetto a quella necessaria per essere disintegrato. E allora si possono generare dei residui più grandi.