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intervista a VALERIO ZINGARELLI, CTO RAI

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“TUTTA LA NOSTRA OFFERTA HD SULLA PIATTAFORMA SATELLITARE FREE”

zingarelli_PPLa Rai guarda al futuro e nel giro dei prossimi due anni diventerà una media company. Ad accompagnare questo storico percorso il neo CTO Valerio Zingarelli che ci ha raccontato la sua strategia. Si inizia dal web coinvolgendo i giovani sul lato della produzione. E poi tanto satellite per lo sviluppo dell’HD e dell’Ultra HD.

Dove andrà la nuova Rai?

“Stiamo guardando al futuro e alle nuove generazioni le quali sono abituate a fruire soprattutto di contenuti multimediali. La media company è un’ azienda che gestisce i contenuti multimediali dalla produzione alla distribuzione fino all’interazione con i clienti, cioè i telespettatori di una volta”.

Cosa serve?

“Una profonda comprensione del mercato, delle tecnologie e del modo in cui le persone contribuiscono ai contenuti facendoli vivere all’interno delle proprie comunità di interesse attraverso varie forme di condivisione e di social network, che peraltro sono in continua evoluzione”.

I punti chiave della trasformazione?

“Innanzitutto la qualità del servizio che deve essere altissima. E poi parliamo di multipiattaforma che può andare dal satellite al telefonino, dal pc al tablet ovviamente fino al televisore. E nel televisore c’è l’altissima definizione: il 4K, che ci aspetta alle porte, e più avanti anche l’8K”.

Come vede lo sviluppo dell’Ultra HD?

“Sono molto interessato all’Ultra HD perché può dare una tale profondità di dettaglio e di precisione che è come se introducesse un’ulteriore dimensione nella rappresentazione della realtà. E per questo, gli schermi televisivi e cinematografici sono i terminali giusti”.

Quale sarà il ruolo del satellite?

“L’altissima definizione è una grande opportunità per il satellite perché per poterla portare sullo schermo, e sulla televisione in particolare, servono le reti di trasporto. E quelle terrestri, fino a quando la fibra non arriverà ovunque, possono avere un collo di bottiglia. Invece la rete satellite è più facilmente disponibile”.

Chi sono gli altri attori coinvolti nel processo di trasformazione della Rai?

“La Rai è al centro di un ecosistema di aziende, che sono i fornitori e i collaboratori. Questi soggetti, assieme alla Rai, possono creare quegli acceleratori di impresa e quelle piattaforme di sviluppo per i giovani”.

Cosa si aspetta da Eutelsat?

“Eutelsat è un’azienda nell’ecosistema della Rai. E quindi con la Rai può collaborare per creare questo humus fertile di aiuto e di indirizzo per l’innovazione, compresa quella più giovanile, e le start up”.

La priorità del suo progetto nel breve termine?

“C’è da trasformare il mondo web. In Rai attualmente ci sono molti siti web e app. La strategia è creare un nuovo paradigma di interfaccia web e mobile fondato su opportuni siti e app che abbiano la capacità di attirare l’attenzione e di creare delle community da parte della nostra audience”.

Ci sarà un incremento dell’offerta Rai in HD sul Digitale Terrestre?

“Ormai è una prospettiva inevitabile. Noi produciamo più del 30 per cento dei programmi in HD, che non è poco. E portiamo tutta la nostra produzione in HD sulla piattaforma satellitare free TivùSat, per cui basta solo acquistare un decoder e ovviamente pagare il canone. Per adesso veicoliamo l’HD soprattutto sul satellite perché l’HD occupa molta più banda rispetto alla definizione standard”.

E in prospettiva?

“Fino a quando non sarà rivisto profondamente il piano frequenziale terrestre, la nostra politica è
veicolare l’HD anche utilizzando al massimo sia TivùSat sia Eutelsat, che con i suoi satelliti HOT BIRD è dietro la piattaforma. Il problema sarà ancora più complesso con l’Ultra HD”.

Perché?

“Perché se adesso su un multiplex possiamo posizionare 5 canali in SD, con l’U ltra HD ce ne starebbe uno solo. Abbiamo 5 multiplex su cui distribuiamo i nostri canali nazionali e, sul Mux1, la programmazione regionale. E sono 21 i programmi regionali, quindi c’è una difficoltà frequenziale”.

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