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opinionsIl 27 aprile 2014 ha segnato un grande cambiamento a livello di trasmissione, produzione e consumo di Televisione. Qualcuno parla addirittura di rivoluzione. Ma cosa ci ha insegnato questa esperienza?

Marco Mele, Il Sole 24 Ore - “L’industria broadcast da questa esperienza dovrebbe capire che bisogna rompere gli indugi e sperimentare nuovi standard. In Italia l’HD, a parte Sky, è abbastanza sottoutilizzato. Si deve innovare di più. Anche sfruttando i grandi eventi, come i prossimi Mondiali di Calcio, per far diffondere o abituare lo spettatore alle nuove tecnologie”. “Con la Canonizzazione il satellite ha dimostrato la sua enorme potenzialità nel diffondere un evento in contemporanea a milioni di persone e in più formati. Cosa molto più difficile coi sistemi terrestri come il cavo. Invece, il satellite, mettendo insieme più vettori, riesce ad avere una copertura che diventa l’intera umanità, o gran parte”.

Raffaele Barberio, Key4biz.it“L’idea di costruire una condizione di visione esclusiva in Vaticano, agevolata anche dalla modalità del buio, è stata particolarmente appropriata. C’era la diretta 3D, con un effetto presenza davvero straordinario, e parallelamente quella 4K, con il suo incanto e la sua eccezionale qualità. Direi un privilegio unico per gli occhi e per la mente”. “In Italia i broadcaster dovranno correre in direzione dell’Alta Definizione. E dovranno farlo velocemente. Dal basso arriva una domanda in tal senso da parte di milioni di telespettatori che ormai da anni stanno familiarizzando con l’HD su varie piattaforme multimediali. Basti pensare che l’HD è una delle modalità con cui vengono promossi i telefonini di ultima generazione”.

Marco Letizia, Corriere.it – “Per la prima volta il 27 aprile ho visto una trasmissione live 4K. Ci si abitua talmente tantoche, paradossalmente, tornando indietro con immagini meno definite ti sembra di perdere qualcosa e di trovarti in una situazione strana. L’importante, quanto prima, è di avere una programmazione quotidiana in Ultra HD. L’Ultra HD cambia il volto della Tv. La maggiore definizione delle immagini fornisce delle chiavi di lettura che non avresti mai potuto cogliere con l’SD. E non è soltanto una questione cromatica, di profondità di immagine, di gamma di colori: si arricchisce la percezione e cambia l’attribuzione di significato da parte dello spettatore. Quindi serve un cambiamento della grammatica produttiva”.

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